Paola Caruso racconta in un’intervista esclusiva racconta della fiducia che ha nella medicina e delle scelte fatte
Paola Caruso, intervistata a Verissimo, ha raccontato più volte delle difficoltà incontrate da quando il piccolo Michele ha avuto i primi problemi nel camminare, dopo una cura sbagliata durante il suo viaggio in Egitto. Poi la decisione di operarlo, il 24 aprile ha voluto provare l’unica speranza per ridargli la possibilità di camminare senza l’aiuto di un tutore, nonostante i dubbi iniziali.
Le parole di Paola
“Era l’unica speranza per poterlo fare camminare di nuovo, era fondamentale questo intervento, un bambino di 4 anni, sei ore di intervento, non sai cosa può succedere, pensi mille cose, avevo paura di farlo operare, perché vedi se una puntura guarda cosa mi è successo, chissà cosa può succedere in un intervento di sei ore. Non sapevo fino all’ultimo se farlo o non farlo, i dottori tutti mi hanno detto che dovevo farlo, non potevo per una mia paura non dare una possibilità a mio figlioâ€- ha dichiarato.
Paola Caruso ha raccontato della difficoltà avuta nello spiegare al suo bambino cosa stesse accadendo, visto che dopo l’intervento, il piccolo si è dovuto sottoporre a continue sedute di fisioterapia:
“Noi mamme dobbiamo mentire, è una menzogna a fin di bene, gli ho detto che non avrebbe sentito niente, gli ho dovuto dare una gioia immensa per affrontare quello che ha affrontato. Io penso che un adulto non lo avrebbe sopportato il post. È stato tutto ingessato per 45 giorni, solo un bambino poteva sopportarlo, perché loro hanno una forza che noi non abbiamo piùâ€
Ed ancora, con la commozione che cerca di nascondere il dolore, racconta dei controlli successivi:
“Il dottore sperava di trovare la situazione migliorata, dopo tutti i sacrifici che ho fatto, come se non bastasse mai, sembra che debba fare sempre di più. Mi sento impotente davanti alla sofferenza di mio figlio, da questa estate ha iniziato a dirmi, serio, ed è questo che mi preoccupa, lui come sta:
“Mamma, non ce la faccio più, voglio che torni tutto come prima”. Cerco di fare le cose in cui non si sente diverso, perché lui lo sta metabolizzando. Vorrei solo vedere mio figlio tornare a correre come prima, sacrificherai qualsiasi cosaâ€.
Paola e tutti noi ci crediamo e attendiamo che il piccolo Michele torni a correre senza tutori.