La Volta Buona, Leo Gassmann racconta il peso del cognome

Leo Gassman si racconta a La Volta BUona

Leo Gassmann parla del suo passato e della sua educazione. Scopri come il suo cognome ha influenzato la sua vita e carriera

Negli scorsi giorni, durante la puntata de “La Volta Buona”, condotta da Caterina Balivo, Leo Gassmann si è lasciato andare a un racconto intimo e sincero sul suo passato e sulla sua famiglia. L’artista, figlio di Alessandro Gassmann e Sabrina Knaflitz, ha parlato del tipo di educazione ricevuta, fatta di equilibrio, libertà e responsabilità.

Le rivelazioni

Quando papà era in tour, mamma mi permetteva di rientrare a casa la sera più tardi, a volte anche fino all’una di notte. Fino a 15 anni, però, senza telefono. È stato utile. Non mi sono mai ribellato, non ho mai creato problemi: sono stati bravi genitori loro”, ha raccontato il giovane cantante.

Cresciuto in una famiglia d’arte, Leo non ha mai nascosto di sentire il peso del suo cognome, ma al tempo stesso di considerarlo una grande fortuna. “Io sono stato fortunato ad avere genitori che hanno insistito perché coltivassi un piano B, la laurea. Ho fatto il mio percorso universitario tenendo aperte le porte”, ha spiegato, sottolineando quanto per lui sia importante avere basi solide anche al di fuori del mondo dello spettacolo.

Un’intervista autentica e senza filtri, disponibile su Ray Play, in cui Leo Gassmann ha dimostrato ancora una volta di voler costruire la propria identità artistica con umiltà e consapevolezza, pur portando sulle spalle un nome che ha fatto la storia del cinema e della musica italiana.

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