La vicenda di Manuel Bortuzzo e Lucrezia Selassiè: un caso giudiziario che solleva importanti questioni sulle relazioni
La vicenda che ha catturato l’attenzione dei media italiani vede protagonisti Manuel Bortuzzo, ex nuotatore paralimpico, e Lucrezia “Lulù” Selassiè, conosciuta durante la loro partecipazione al Grande Fratello VIP. Quello che inizialmente sembrava un romantico incontro televisivo si è trasformato in un complesso caso giudiziario che solleva importanti questioni sulla privacy e sulla tutela delle persone con disabilità .
Le Accuse
Le autorità hanno raccolto numerose prove che documentano un presunto comportamento persecutorio da parte di Lulù Selassiè. Tra gli episodi più significativi emergono:
- Appostamenti non autorizzati presso strutture ospedaliere
- Prenotazioni sistematiche di camere d’albergo negli stessi luoghi frequentati da Bortuzzo
- Invio di messaggi indesiderati a carattere sentimentale
- Tentativi ripetuti di contatto nonostante le richieste di cessazione
L’impatto sulla vita di Manuel
Il caso ha assunto particolare rilevanza considerando la condizione di vulnerabilità di Manuel Bortuzzo. Franco Bortuzzo, padre di Manuel, ha pubblicamente denunciato la situazione attraverso i media, descrivendola come “una vicenda che ha superato ogni limite di normalità “.
La Procura di Roma ha avviato un procedimento con rito abbreviato, le cui accuse principali includono:
- Stalking aggravato dalla precedente relazione affettiva
- Aggravante specifica legata alla disabilità della vittima
Il processo, la cui prima udienza è fissata per il 28 gennaio 2025, rappresenta un importante precedente nel panorama giuridico italiano, soprattutto per quanto riguarda la tutela delle persone diversamente abili da comportamenti persecutori.
La vicenda di Lulù Selassiè e Manuel Bortuzzo evidenzia l’importanza di riconoscere e contrastare comportamenti ossessivi nelle relazioni interpersonali, specialmente quando coinvolgono soggetti particolarmente vulnerabili. Tuttavia la stessa Selassiè si dice estranei ai fatti e si è fatta sentire attraverso i suoi legali, affermando che è fatto è solo diffamatorio per la sua assistita. Le cause si affrontano in un tribunale e non sui social. Cosa accadrà lo dirà la magistratura.