Lulù Selassié è accusata di stalking nei confronti di Manuel Bortuzzo. La sorella Jessica difende l’innocenza di Lulù, chiarendo le cose
La vicenda giudiziaria che coinvolge Lulù Selassié, ex concorrente del Grande Fratello Vip, e l’accusa di stalking nei confronti dell’ex fidanzato Manuel Bortuzzo, sta tenendo banco sui media. La richiesta di condanna ha suscitato un’ondata di commenti e reazioni, amplificata dalla visibilità mediatica della famiglia Selassié. Jessica Selassié, sorella di Lulù e vincitrice del Grande Fratello Vip nel 2022, è intervenuta pubblicamente su Instagram per chiarire la situazione e difendere la sorella.
Il braccialetto elettronico: misura cautelare, non condanna
Jessica ha sottolineato con forza che l’applicazione del braccialetto elettronico a Lulù rappresenta una misura cautelare, e non una sentenza definitiva. È importante, secondo Jessica, distinguere tra la richiesta di condanna avanzata dalla procura e la decisione finale del giudice, prevista per il 3 aprile. Finché non ci sarà una sentenza di condanna definitiva, Lulù Selassié rimane presunta innocente, nonostante la scelta del rito abbreviato. Questa precisazione è fondamentale per evitare interpretazioni distorte e pregiudiziali.
Il ruolo dei media e la distorsione della realtà
Jessica Selassié ha rivolto una critica esplicita ai media, accusandoli di aver contribuito a creare un’immagine distorta della vicenda, trasmettendo informazioni parziali e ignorando gli aspetti della difesa di Lulù. La famiglia, fino ad ora, ha scelto di mantenere un profilo basso, evitando di sfruttare la situazione a fini pubblicitari. Questa scelta, secondo Jessica, è dettata dal profondo impatto emotivo che questa esperienza sta avendo sulla famiglia.
Il supporto incondizionato a Lulù e la fiducia nella giustizia
Nonostante il difficile momento, Jessica ha ribadito il supporto incondizionato della famiglia a Lulù. La fiducia nel sistema giudiziario e nella capacità di quest’ultimo di accertare la verità rimane intatta. La famiglia Selassié attende fiduciosamente la sentenza del 3 aprile, confidando che la giustizia farà il suo corso. L’obiettivo principale è tutelare Lulù e proteggerla dal danno psicologico causato dalla pubblicità negativa e dalle speculazioni mediatiche.
Il caso Selassié solleva un tema cruciale: il rispetto della presunzione di innocenza. In uno Stato di diritto, ogni individuo è considerato innocente fino a prova contraria. La pubblica opinione, influenzata dai media, spesso tende a condannare anticipatamente gli imputati, creando un clima di pregiudizio che può compromettere il giusto processo. Il caso di Lulù Selassié è un monito sulla necessità di un’informazione responsabile e accurata, che rispetti i diritti fondamentali degli individui coinvolti in processi giudiziari.
Oltre agli aspetti giudiziari, è importante considerare l’ impatto psicologico che l’esposizione mediatica può avere sulla persona accusata e sulla sua famiglia. L’attenzione pubblica incessante, le speculazioni e i giudizi sommari possono causare un grave danno psicologico, indipendentemente dall’esito del processo. Nel caso di Lulù Selassié, l’attenzione mediatica è particolarmente intensa, a causa della sua precedente partecipazione al Grande Fratello Vip. Questa esposizione amplificata rende ancora più importante il rispetto della sua privacy e della sua dignità umana.
Il caso Selassié offre lo spunto per un dibattito pubblico più ampio sulla responsabilità dei media e sulla necessità di un’informazione equilibrata e rispettosa dei diritti degli individui. È importante promuovere una cultura del rispetto della presunzione di innocenza e della dignità umana, evitando di alimentare pregiudizi e condannare anticipatamente gli imputati. La giustizia deve avere il tempo di fare il suo corso, e la pubblica opinione deve essere informata in modo accurato e responsabile.
